Appunti di orlogeria: I quadranti in ceramica come venivano realizzati nel 700 e come si restaurano
Cenni storici
Cominciamo con questo raro cenno storico, infatti ci sono pochissime testimonianze su come i quadranti venivano realizzati nel 700, forse perché si trattava di lavorazioni artigianali che venivano per lo più tenute gelosamente segretate.
Restauro a freddo
Conoscere le tecniche del passato è molto utile quando si voglia intervenire in operazioni di restauro.
Le tecniche più comuni di restauro prevedono interventi con resine a freddo.
Queste particolari resine che possono essere di base trasparenti o colorate o colorabili con ossidi, hanno il vantaggio di essere applicabili a freddo, sono autolivellanti e una volta consolidate, alcune tipologie, permettono ulteriori lavorazioni come la carteggiatura e la lucidatura.
Di contro tutte le resine hanno la tendenza ad ingiallire nel tempo e questo potrebbe diventare uno svantaggio nel medio lungo periodo su orologi da esposizione, inoltre non essendo restauri ceramici risulteranno delicati al tatto e agli agenti atmosferici e di questo si dovrà tenerne conto soprattutto per quadranti non protetti da vetro come quelli di alcune pendole da tavolo o quelli che prevedevano la regolazione dell’ora agendo direttamente sulle sfere.
Tecniche simili prevedono l’uso di gessi ceramici che vengono poi colorati con tinte acriliche e coperti con vernici lucide, ma anche in questo caso l’ingiallimento nel tempo non potrà essere evitato.
Capelli e Felature
Sui quadranti ceramici spesso si formano delle sottili fratture che riempiendosi di polvere tendono a divenire neri ricordando appunto i capelli da cui prendono il nome.
L’eliminazione di tali imperfezioni è abbastanza semplice, in quanto è sufficiente immergere il quadrante in una soluzione detergente, meglio se si dispone di una lavatrice ad ultrasuoni.
Il grado di pulizia ottenibile dipende dal tipo di bagno e dall’efficacia e dalla durata del lavaggio.
Il problema più grosso è poi rappresentato dal fatto che le micro crepe rimangono e se non sigillate ritorneranno a sporcarsi ripresentando il problema.
Uno dei sistemi più comunemente usati è quello di intervenire nel riempimento con polveri cerose o coprendo l’intero quadrante con vernici trasparenti che però come già detto hanno lo svantaggio di ingiallire nel tempo.
Restauro con smalti a caldo
Un’altra tecnica di restauro dei quadranti di fatto simile a quella con resine, è quello che prevede l’utilizzo di particolari smalti a caldo.
L’applicazione avviene a freddo e in genere tramite miscelazione di due componenti (colore e indurente) per poi venire messo in forno a temperature comprese fra i 70/100 °C.
L’operazione viene ripetuta dopo aver rifatto la grafica sullo smalto bianco già consolidato.
Il vantaggio degli smalti è quello di resistere meglio alle manipolazioni e ad avere una miglior resistenza all’ingiallimento.
Il restauro a fuoco
I quadranti, come abbiano visto venivano prodotti secondo le ancora attuali regole della cottura della ceramica.
Il primo deposito ceramico veniva cotto in forno a temperature intorno a 800/850 °C e con questo prima operazione si creava la base ceramica su cui successivamente venivano realizzati i numeri.
Il passaggio successivo detto anche secondo fuoco prevedeva in alcuni casi un ulteriore deposito di cristallina, un materiale vetroso trasparente che rendeva lucido e brillante la superficie del quadrante, la temperatura di fusione in genere si attestava fra i 700/750 °C.
Come ultimo passaggio detto terzo fuoco vie era la creazione della grafica, indici e numeri con colori specifici che cuociono a temperature fra i 600/700 °C.
Considerando che lo smalto ceramico e la cristallina possono essere fuse nuovamente, è possibile intervenire sui quadranti sfruttando questa prerogativa.
I vantaggi di tale procedimento sono molteplici, tra cui l’eliminazione definitiva delle crepe ottenendo un restauro definitivo con superfici pressoché identiche a quelle originali, sia in termini di resistenza al tatto che agli agenti atmosferici.
Dopo il trattamento termico la cristallina si è fusa e amalgamata chiudendo le fessure e saldando fra loro anche le piccole parti scheggiate destinate in altro modo a staccarsi, i sistemi a freddo non sono in grado di fissare in modo sicuro le parti frammentate.
Ovviamente si deve disporre di strumenti adeguati come un forno elettrico che possa raggiungere almeno i 1000 °C, e polveri vetrose e colori specifici per la cottura.
Questa tecnica richiede particolari attenzioni sia alla preparazione delle polveri sia ai tempi di cottura e alle temperature che dovranno essere adeguate alla natura del quadrante che può variare in base all’epoca e all’artigiano dell’epoca.
Il passo successivo a quello della compattazione e ricottura della cristallina è quello del riempimento delle vacanze che dovrà essere eseguito scegliendo le polveri vetrose idonee e all’occorrenza colorandole adeguatamente per poi passare alla cottura.
Il risultato finale sarà fortemente condizionato dallo stato iniziale del quadrante, più le lesioni saranno lievi maggiore sarà il livello ottenuto.
L’ equilibratura statica
L’operazione più delicata che dovremo effettuare quando si attua una revisione di un orologio è la messa a punto del movimento in modo che questo possa mantenere nelle varie posizioni una marcia corretta nel tempo.